voglio un filo di discorso a cui inchiodarmi… che sia infinito e leggero…


… forse,
sempre, e per tutti,
altro non è mai, leggere, che fissare
un punto per non essere sedotti, e rovinati, dall’incontrollabile
strisciare via del mondo.
Non si leggerebbe, nulla, se non fosse per
paura. O per rimandare la tentazione di un rovinoso desiderio a cui, si
sa, non si saprà resistere.
Si legge per non alzare lo sguardo verso il
finestrino, questa è la verità.
Un libro aperto è sempre la
certificazione della presenza di un vile – gli occhi inchiodati su
quelle righe per non farsi rubare lo sguardo dal bruciore del mondo –
le parole che a una ad una stringono il fragore del mondo in un imbuto
opaco fino a farlo colare in formine di vetro che chiamano libri – la
più raffinata delle ritirate, questa è la verità.
Una sporcheria. Però:
dolcissima … leggere è una sporcheria dolcissima.
Chi può capire
qualcosa della dolcezza se non ha mai chinato la propria vita, tutta
quanta, sulla prima riga della prima pagina di un libro ?
No, quella è
la sola e più dolce custodia di ogni paura – un libro che inizia …

                                                                                                   (Castelli di rabbia, A.Baricco)

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